mercoledì 25 aprile 2007

L'incisione nel '700

Nel 1700 l’acquaforte italiana ha il suo momento più felice. Gli stili del secolo precedente sono trasformati da una coscienza più libera e da una visione fantastica.
Roma è sempre più meta di intellettuali e viaggiatori d’ogni genere, fucina di idee e nuove tendenze, quindi ottimo campo per la diffusione del libro.
Artisti e giovani di ricche famiglie vengono a completare la loro educazione, non ci si considera istruiti se non si fa il “ Grand tour “ in Italia.” Chi vuol capire l’arte deve andare nella terra dell’arte “ dice Goethe.
L’antichità è conosciuta solo attraverso i monumenti romani, infatti “ la Grecia “ sarà scoperta solo nell’ ‘800.
La situazione delle arti a Roma è stabile, la borghesia sta nascendo e i committenti sono sempre gli stessi.
A fianco del monopolio ecclesiastico gli editori cominciano a preoccuparsi della qualità della produzione, perchè il pubblico cerca sempre più libri illustrati.Nascono le prime leggi sulla proprietà letteraria per sconfiggere le contraffazioni.
Sapere e potere diviene il motto della nascente borghesia, è il secolo dell’illuminismo, si fanno largo le idée, la ragione, il metodo critico.
Presso l’istituto di S. Michele a Ripa c’è una scuola di artigianato per tipografi, non eccelsa ma con qualche buon insegnante; uno di questi è Felice Polanzani maestro e collaboratore di Piranesi.
Le botteghe più importanti sono dei Perego- Salvioni, dei Barbiellini e dagli anni ’60 la Bouchard al Corso davanti all’Accademia di Francia , sede di numerosi artisti mandati a studiare a Roma dal re.
Fino al 1734 edita anche la De Rossi. La rinomanza della calcografia, oggetto di visite e curiosità dei viaggiatori, invoglia negozianti inglesi ad acquistarla e a trattare il prezzo per 60000 scudi. La Camera Apostolica proibisce la vendita sotto pena della perdita dei rami, del valore della medesima e di una multa di 10000 scudi. Dopo insistenze il 28-1-1738 la Congregazione acquista la collezione per 45000 scudi, accettati a malincuore dal proprietario. Nasce così la calcografia camerale.
Nei libri le antiporte e i puttini scompaiono,i frontespizi si alleggeriscono, la pagina diventa più spaziata e le immagini sono ispirate alle antichità, con piccoli fregi a piè pagina.
Il carattere bodoniano cancella gli altri più sciatti, fa da esempio il testo che accompagna le vedute di Barbault edite nel 1763 “ Les plus beaux edifices de Rome moderne “.
Importanti autori stranieri testimoniano la passione per i monumenti romani. Il famoso cartografo olandese Pieter Schenk,1660-1718-9, realizza nel 1705 “ Roma Aeterna, ipsius Aedificiorum Romanorum, duplex di Sive di Conspectus del collapsoriumque di Integrorium “, 4 parti in 1 volume, con il titolo allegorico, la dedica e il ritratto del Duca di Sassonia incise a piena pagina. Ci sono 100 vedute fuori testo e lo scritto è su due colonne, in latino e in tedesco.
Bernard Picart 1673-1733, parigino, protestante e calvinista, per motivi religiosi si rifugia ad Amsterdam con il padre Etienne, anche lui incisore. Qui aprono una bottega che diviene importante per la grande quantità di lavoro svolto. L’opera che lo rende famoso e popolare è il “ Trattato delle cerimonie religiose di tutte le nazioni “.
Il testo nell’edizione originale, 1723-43, 11 volumi in-folio, redatto da J.F.Bernard e Bruzen de la Martinière, deforma i tratti delle figure e mette in ridicolo i dogmi e i riti della chiesa cattolica. Anche l’edizione del 1783 insulta ugualmente le comunioni cristiane. Nelle edizioni successive le tavole usate sono 600, divise in 7 volumi.
L’incisore-poeta di Roma è il palermitano Giuseppe Vasi 1710-1782, in città dal 1736, dove impianta una bottega calcografica frequentata dai più importanti artisti dell’epoca.
Collabora con architetti di cui incide i disegni e con pittori come il Pannini di cui intaglia diverse vedute. Usa una morsura a più riprese con il risultato di segni graduati ed effetti di luce. Nel 1765 incide il “ Prospetto dell’alma città di Roma “ in 12 fogli.
Dal 1747 al 1761 lavora alla “ Magnificenza di Roma antica e moderna.” L’opera comprende 200 tavole in 10 libri ed è la documentazione reale della città.
Allievo del Vasi è G.B.Piranesi, che con un gruppo di giovani artisti per lo più francesi, inaugura un nuovo modo di lavorare. Passano il tempo “ en plein air “, passeggiando per la città , disegnando dal vero e analizzando i monumenti nella loro struttura per far risaltare l’antico splendore.
Al tempo Roma conta 140000 abitanti e a parte i grandi palazzi nobiliari, ci sono solo casupole circondate da grandi spazi aperti. Orti e vigne sono abbandonati, le rovine interrate e invase dalle erbacce, buoi e pecore pascolano al foro e in ogni dove, botteghe di fango e legno sono addossate ai grandi monumenti.
Questa scenografia stimola i giovani artisti che ci hanno lasciato una notevole quantità di lastre incise illustrando la magnifica decadenza della città diventata giardino.

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