mercoledì 25 aprile 2007

Bartolozzi

Il destino di Francesco Bartolozzi sembra già deciso alla nascita a Firenze nel 1728. Il padre, orafo con bottega a Ponte vecchio, da bambino gli fa intagliare lastrine in rame per avviarlo alla professione. Conosciamo una piccola stampa “ schizzi di teste “ incerta ma già con il gusto per la figura umana.
Vista la predilezione per il disegno, il padre lo manda a bottega da un mediocre pittore, G.B.Ferretti, ma il talento prevale e a 10 anni incide su rame copiando le immagini di Stefano della Bella e inventandone di sue.
Si iscrive all’Accademia di belle arti dove frequenta i corsi di pittura tenuti da Ignazio Hughford, nato a Pisa da padre inglese e allievo di A.D.Gabbiani, un pittore barocco di cui alla morte, nel 1726, acquista una parte della collezione che anni dopo pubblica in una raccolta di stampe e disegni “ I cento pensieri……” fatti realizzare da vari artisti fra cui Bartolozzi, Gabbiani, Wagner, Cipriani.
All’Accademia ha come compagno il Cipriani a cui lo legherà un’amicizia per tutta la vita.
Joseph Wagner il 24 agosto del 1748 lo chiama a Venezia a lavorare nella sua bottega d'intaglio, la più importante della città in Merceria S.Giuliano. Lo ospita nella sua casa. Wagner, editore, incisore, calcografo e stampatore, ha allievi come Volpato, Brustolon, e il giovane Piranesi, le stampe uscivano con la scritta “ appo Wagner “.
Presto Bartolozzi esce dalla cerchia dei collaboratori e comincia a firmare i lavori con il suo nome, sono riproduzioni dei dipinti del Longhi, Zuccarelli, Amigoni, ma il segno è personale e arioso.
Va dai Remondini a Bassano, che avevano una delle più importanti tipo
Nel 1754 apre a S.Maria Formosa un proprio laboratorio pur continuando ad avere rapporti con Wagner e raggiunge la maturità artistica e la celebrità, comincia a pubblicare stampe paesistiche e galanti tratte da M.Ricci, Zocchi “ Le stagioni “, Zuccarelli, Zais.
Per i suoi lavori Wagner e Hughford lo incoraggiano ad andare a Roma, lì lavora per la Calcografia camerale nata nel 1738 per volere di Papa Clemente XII Corsini, anche sono da collegarsi a G.Bottai, la figura più importante nel mondo artistico romano.
Si accinge a una grande impresa: l’incisione dei disegni del Guercino, pittore famoso perché riprodotto da numerosi artisti. Bartolozzi non copia, ma ridisegna le immagini fino a “entrarci dentro “ e a farle diventare sue, le disegna così tante volte che oggi ne conserviamo molti esemplari. La bellezza femminile del Guercino gli dà modo di formare una propria concezione di figura che non abbandonerà mai.
Ma qualcosa non va, da una lettera di Mariette a monsignor Bottai sappiamo che “ Io sono del vostro parere circa le stampe del Bartolozzi cavate da’ disegni del Guercino, ne’ mi pare, che di quel genere si possa far meglio, ma bisognerebbe, che egli fosse costante, e seguitasse la promessa di intagliarne 50. Ma sento, che s’è buttato in un’altra impresa, cioè d’intagliare le tavole d’altare del medesimo autore, e lasciare da parte i disegni.
La serie delle 12 stampe è apprezzata dai critici dell’epoca e a queste deve la sua fortuna, le tavole vengono presentate come campioni da mostrare al cliente e hanno indicata la collezione di provenienza: il console Smith a Venezia,grande collezionista, il Zanetti, il Tiepolo…….. Alcune tavole sono pubblicate prima del 1761, perché non riportano il titolo di conte dato al Zanetti dall’imperatrice Maria Teresa nel giugno 1761, le altre sono terminate nel !762, e sono vendute da Bartolozzi senza la mediazione di Wagner.
Le incisioni incantano Richard Dalton, bibliotecario di re Giorgio III d’Inghilterra, che nel 1764 lo invita a Londra per fargli riprodurre i disegni delle collezioni reali di Windsor. Prima di partire vende le matrici a G.B.Piranesi, che le usa per la “ Raccolta di disegni del Barbieri da Cento detto il Guercino “
Per cinque anni studia e incide i disegni del Guercino, tanto da esserne influenzato nei suoi lavori futuri, ne incide 64, procurandosi ammiratori e amici. Il segno rende perfettamente lo stile degli originali e dà il via a una serie di modelli guercineschi in tutta l’Inghilterra influenzando il gusto del tempo e la produzione di stampe.
Arriva a Londra Angelica Kauffmann che con la sua bravura crea ispirazione tra gli artisti suoi contemporanei, in città c’è anche G.B.Cipriani, artista mediocre che oggi conosciamo solo perché il suo amico Bartolozzi ha tratto dalle sue tavole delle bellissime incisioni, trovando in questo lavoro la sua vera vocazione.
Rimane a Londra per 40 anni, diventando l’incisore più alla moda. Nel 1765 entra a far parte della Incorporated society of artists e nel 1769 è tra i soci fondadori della Royal academy. Dopo aver stipulato un contratto con l’editore John Boydell, la sua attività assume dimensioni tali che assume oltre 50 aiutanti; allievi da tutta Europa vanno alla sua bottega ad apprendere l’arte: nessuno ha più ammiratori del Bartolozzi e i suoi fogli, accessibili a un vasto pubblico, gli creano fama e ricchezza.
Le sue incisioni sono conosciute in tutta Europa, e sono così richieste da indurre artisti a falsificarle e imitarle.
Tra il 1792 e il 1800 esegue una serie di 87 ritratti dei dignitari della corte di Enrico VIII su disegni di Holbein il giovane.
Coinvolto nel fallimento finanziario del figlio Gaetano, per evitare la bancarotta vende la sua raccolta di opere d’arte e nel 1797 anche il negozio.Su invito del re di Portogallo nel 1801 si trasferisce a Lisbona e viene nominato direttore dell’Accademia di belle arti, anche se continua a lavorare per il mercato inglese. Ormai ottantenne sceglie la tranquillità di una carica prestigiosa accompagnata da un’ottima pensione.
Muore nel 1815.
La tecnica
Bartolozzi è un incisore di traduzione, interpreta le opere di altri artisti “ stampa d’après “, ma usa un proprio stile, un linguaggio personale avvalendosi di una grande capacità tecnica, ne usa varie secondo il quadro o disegno che vuole riprodurre: bulino, acquaforte, punta, lavis, manière de crayon, acquatinta, maniera nera, puntinato. Di quest’ultimo è stato un innovatore, usa rotelline granite, impiegate ad imitare il segno del lapis, si ottengono così tanti piccoli puntini che rendono il disegno armonioso e leggiadro, che danno alle figure una maggiore vaporosità e luce, ai volti morbidezza e alle vesti trasparenza ed effetto seta.
Spesso usa un inchiostro rosso –mattone “ rosso Bartolozzi “ ad imitazione della sanguigna, altre volte le incisioni sono stampate a più colori per avvicinarsi al quadro originale.
Catalogo delle prime 12 tavole
La sacra famiglia matrice C L 1400 / 918
San Francesco in preghiera matrice M C L 1400 /920 a
Sant’Anna la Vergine e Gesù bambino matrice 1400 / 920 b
San Giuseppe con Gesù bambino matrice 1400 / 920 b
Apparizione della Vergine e del Bambino Gesù a tre religiosi inginocchiati matrice C L 1400 / 921 b
La Vergine, Gesù Bambino e san Giovannino matrice 1400 / 922
Santa Teresa con Gesù Bambino fra le braccia matrice 1400 / 924
Famiglia in preghiera matrice 1400 / 925
Scena di sacrificio matrice 1400 / 925 b
Quattro putti intorno a un vaso matrice 1400 / 927
Adorazione dei magi matrice 1400 / 928
Sacra famiglia con angelo matrice 1400 / 929 a
Le matrici sono conservate presso la Calcografia nazionale nel Fondo Piranesi e presentano aggiunte e abrasioni. Si conoscono tirature settecentesche stampate a due colori: nero e rosso-bruno.
Le incisioni dai disegni del Guercino, comprati nel 1842 si trovano oggi nel volume del Fondo Corsini 49 H 10 al Gabinetto nazionale delle stampe.
Oggi ci rimangono solo alcuni dei dodici disegni originali del Guercino e solo due sono autografi: “ la Sacra famiglia con angelo “ nella collezione reale a Windsor e proveniente dalla collezione del console Smith e il “ San Giuseppe con Gesù bambino “ sempre di Smith
.La “ Scena di sacrificio “ è in una collezione privata a Toronto; una copia della “ Famiglia in preghiera “, l’originale è perduto, è stato venduto da Christies nel 1968; “ Santa Teresa “ venduto da Sotheby nel 1978; l’” Apparizione della Vergine “ è nel museo di Dijon; la “ Sacra famiglia “ è alla Pierpont Morgan library di New York; la “ Madonna e Sant’Anna “ al British museum.

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